Monday, September 1, 2014

recensione di @operazionidigov di @ilarzip per @tempoweb

La volta che il Partito Radicale sconfisse Putin al Consiglio delle Nazioni Unite

Ilari Valbonesi

Sullo sfondo di miseria e orrore della seconda guerra russo - cecena del 1999, tra corpi stuprati, rastrellati e morti sotto le bombe o per torture nei centri di «filtraggio» e detenzione, il Partito Radicale Transnazionale concede il diritto di tribuna all`ONU al parlamentare ceceno Akhyad Idigov. 

Il suo intervento alla 56a Sessione della Commissione per i Diritti Umani a Ginevra è durissimo: condanna fermamente le gravi violazioni dei diritti umani commessi dalla Russia in Cecenia, invoca l'adozione di misure internazionali per porvi fine. Un mese dopo la Federazione Russa chiede l`espulsione del Partito dal Consiglio economico e sociale dell`Onu, dietro l`infamante accusa

di aver fatto parlare un pericoloso terrorista ceceno. Attraverso documenti ufficiali, confidenze, fitte corrispondenze tra Bruxelles-Strasburg -Roma-NewYork, radiocronache, memorandum interni e ricordi personali, Marco Perduca, rappresentante del Partito Radicale all'ONU, archivia que sta b attaglia difensiva durata cinque intensi mesi in «Operazione Idigov. Come il Part to Radicale sconfisse Putin all`ONU» (Reality Book 2014); un libro che porta il lettore all'interno del Palazzo di Vetro su di una scacchiera incandescente, dove ogni pezzo haun suo movimento imprevedibile - ambasciatori, funzionari, delegati, sciami di pedine - arte della diplomazia in carne ed ossa. Salutato come un rivoluzionario «pezzo di storia» da Emma Bonino che ne cura l/introduzione, «Operazione Idigov» è il ritratto di un Partito Transnazionale, «l'unica vera internazionale», con l'adesione diretta dei singoli e la nonviolenza come strumento di lotta politica, che dal 1995, grazie allo status consultivo di prima categoria presso l'ECOSOC, dialoga con i potenti del mondo e nel contempo si oppone alle loro violazioni: con le campagne per l'istituzione del Tribunale Penale Internazionale, l` adozione della Risoluzione per una moratoria universale delle esecuzioni capitali, la messa al bando delle mutilazioni genitali femminili. 


Il 18 ottobre 2000, l`assemblea del Consiglio respinge la richiesta di espulsione avanzata dalla Federazione Russa. Un successo del Pr e per il diritto di tutte le ONG di esprimere il proprio pensiero ma che coincide con la drammatica notizia del ritrovamento del corpo senza vita di Antonio Russo, giornalista militante, inviato di Radio Radicale, che stava conducendo un`inchiesta sull`uso di armi non convenzionali in Cecenia e in procinto di tornare in Italia con documenti sulle atrocità della guerra. In un'epoca di difficile globalizzazione democratica, in cui fanatismo e indifferentismo, volontà di dominio e censura si rafforzano l`un l`altro, la dedica dell`autore alla memoria del giornalista scomparso e «del suo telefono satellitare» ha un valo re prefativo e il sapore di un`istanza etica: non c'è democrazia senza trasmissione, memoria storica delle vittime, polifonia del dialogo,
tutela dei diritti umani.

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